Storione Russo

Acipenser gueldenstaedtii Brandt e Ratzeburg, 1833

L’Acipenser gueldenstaedtii, lo storione russo o danubiano, è una specie della famiglia degli Acipenseridi, con popolazioni anadrome che avevano un’ampia distribuzione nel Mar Nero, nel Mar Caspio e nel Mar d’Azov.

Una forma non migratrice che vive solo in acqua dolce è presente nel Danubio e nel Volga. Alcune forme locali sono state considerate delle sottospecie come l’A. persicus.

Risaliva diversi fiumi che si versano in questi mari come il Danubio e i fiumi della Georgia e della costa nord della Turchia (fiumi Enguri, Rioni, Tskhenistskali, Coruh, Yesilirmask, Kizilirmak e Sakarya), il Volga e l’Ural e occasionalmente altri fiumi dell’area, interessando quindi diversi paese, quali l’Azerbaijan, l’Iran, il Kazakhstan, la Russia, il Turkmenistan, ed anche la Bulgaria, la Georgia, la Romania e l’Ucraina.

Lo Storione Russo può raggiungere una lunghezza di oltre 2,5m e un peso di oltre 100 kg. Le popolazioni naturali hanno sofferto fortemente per le dighe, che hanno limitato drasticamente l’accesso alle zone di riproduzione, per la pesca eccessiva e l’inquinamento. Numerose sono stati i programmi di ripopolamento, soprattutto negli anni novanta ad opera della Federazione Russia e dell’Iran, ma ciò nonostante gli stocks in natura hanno continuato a ridursi.

Attualmente lo Storione Russo è presente solo nel mar Caspio e nel mar Nero e nei fiumi Danubio, dove è ancora oggetto di pesca e purtroppo di bracconaggio, Dnjeper, Don, Kuban, Rioni.

Nella valutazione aggiornata al 2022 della Lista Rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) è considerata ancora CR (Critically Endangered), con un trend generalmente negativo.

Lo Storione Russo non è una specie nativa dell’Italia ed è stata importata per la prima volta dalla Ungheria nel 1991 e successivamente dalla Russia. I primi dati di allevamento avevano fornito dati contrastanti sull’adattabilità’ e sull’accrescimento di questa specie, di cui però si è continuato l’allevamento, non solo in Italia ma anche in molti stati europei, in quanto è una delle specie tradizionali per la produzione del caviale, il suo chiamato “osetra”, secondo per qualità e valore nella tradizione della triade dei migliori, nell’ordine: beluga (H. huso), osetra (A. gueldenstaedtii) e sevruga (A. stellatus). Va ricordato che il termine osetra, o ossietra o osietra viene talvolta utilizzato anche per il caviale di altre specie, quali A. nudiventris e A. schrenkii. La presenza sul mercato globale del caviale di storione russo è significativa, con oltre il 21% del totale nel 2017, secondo dopo quello di A. baerii, e il 22,5% della produzione italiana di quell’anno. E’ stato impiegato anche nella produzione di ibridi di successo quali il GUBA (A. gueldenstaedtii x A. baerii) e il reciproco BAGU, mentre non ha avuto successo il CORUS (A. naccarii x A. gueldenstaedtii).

Vi sono diverse popolazioni in cattività a cui accedere per azioni di ripopolamento, ma la mescolanza di soggetti di diversa origine e la pratica dell’ibridazione, soprattutto per l’acquacoltura, ha comportato un inquinamento genetico poco controllato che potrebbe portare alla perdita delle specie pure originarie.

Foto Copertina @Vladimir Kvavadze (API)

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