Pesca sportiva e acquacoltura, un settore polifunzionale

Acquacoltura Giovane

Piccolo è bello, un adagio che vale anche per l’acquacoltura soprattutto se associata alla pesca sportiva. Succede a San Michele, nelle vicinanze dell’uscita Verona Est lungo la A4, dove sorge l’azienda agricola La Sorgente. Una realtà di famiglia ora guidata dal giovane Massimo Pozzi, 38 anni, insieme alla sorella (36) dove è possibile vivere il mondo dell’allevamento a 360°.

Pesca sportiva e acquacoltura
Massimo Pozzi

«I nostri clienti vengono qui perché riconoscono la qualità del prodotto e la flessibilità del servizio. Oltre al servizio di pesca sportiva e acquacoltura, infatti, proponiamo tutta una serie di prodotti ittici lavorati come tortelli e ravioli ripieni, primi e secondi, sughi e i filetti che provengono dal nostro allevamento: una garanzia di sicurezza riconosciuta al momento dell’acquisto», racconta Pozzi.

A livello produttivo, ogni settimana La Sorgente lavora circa 100 kg di trote affumicate che diventano 200 kg a novembre e dicembre, con l’approssimarsi delle feste di Natale e fine anno. Oltre alla trota iridea, sono presenti vasche con persico spigola, e carpe, molto richieste dai consumatori dell’Europa Orientale. Per quanto riguarda l’attività di pesca sportiva e acquacoltura, dal mercoledì al sabato, sono due i laghetti dedicati. Diversi i tornei nel weekend. Insomma, una mole di lavoro impegnativa che necessita organizzazione: «Allevare il pesce richiede tempo, servono  perseveranza e presenza continua. Anche per affrontare le diverse sfide che stanno pesando sul settore. Una su tutti: la siccità, fortunatamente noi possiamo contare sull’acqua sorgiva ma se non piove non è sufficiente. Si devono  attivare le pompe, con un conseguente aumento dei costi. In un momento in cui tutto è aumentato: il mangime è quasi raddoppiato, il costo dell’ossigeno è schizzato alle stelle», sottolinea Pozzi.

Prospettive difficili per un’attività tradizionale, per quanto multifunzionale. «L’attività è iniziata con mio nonno, poi è passata a mio papà e infine a me e mia sorella. Un’attività sempre più complessa ma stare in mezzo alla natura paga ancora. E poi, per fortuna, non ci sono solo i pesci: abbiamo anche l’orto e gli altri animali a cui badare. Insomma, non ci annoiamo come potrebbe succedere in ufficio», conclude Pozzi. 

Foto Copertina @API

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