Gli acquacoltori per allevare rispettosi dell’ambiente, devono adempiere a diversi obblighi, concessioni ed autorizzazioni. Le interazioni tra acquacoltura e ambiente sono estremamente diversificate in relazione ai sistemi di allevamento, alla specie, al sito e al tipo di risorsa idrica utilizzata.
L’acquacoltura contribuisce alla conservazione delle risorse ambientali e alla protezione e mantenimento degli habitat e della biodiversità; importantissimo è ruolo svolto dagli impianti d’acquacoltura come sentinelle ambientali in quanto rilevano variazioni anche minime della quantità e qualità dell’acqua.
Nella peculiarità del rapporto acquacoltura e ambiente, il comparto soprattutto in aree umide, lagune, garantisce servizi ambientali di diversa natura, anche nell’ambito della cultura e tradizioni, sostenendo lo sviluppo socio economico in zone altrimenti abbandonate. L’esperienza e la cultura degli acquacoltori è utile per fornire indicazioni nella gestione dei cambiamenti climatici.
Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi costanti per comprendere la complessità ecologica di questi Habitat. Il fattore chiave della sostenibilità dell’allevamento estensivo in acque salmastre è la presenza di alghe e fanerogame che svolgono un ruolo importante per il funzionamento dell’ecosistema, fornendo un habitat funzionale e favorendo i processi biogeochimici. Le lagune sono ricche anche di comunità bentoniche (phytobentos e zoobenthos) che forniscono aree di riproduzione, alimentazione e crescita adeguate per diverse specie di pesci e crostacei, attirando anche centinaia di specie di uccelli.
La pesca artigianale e l’acquacoltura sostenibile hanno una tradizione millenaria in questi habitat e forniscono numerosi servizi ecosistemici. Un’ampia gamma di pratiche di gestione è stata mantenuta dalla tradizione che ha saputo adattarsi anche al contemporaneo approccio multifunzionale che integra la pesca e l’acquacoltura con il turismo.