Pesca Sportiva, una Passione in Evoluzione

Acquacoltura Giovane

Un laghetto in provincia di Milano, a Cusago. L’aria aperta, i pesci e i pescatori. Questa la quotidianità di Matteo Grispan, 34 anni, dal 2013 impegnato nell’attività avviata dal padre e da un altro socio. Un’esperienza nuova, allora, che nel tempo è diventata una passione: la pesca sportiva. «Da piccolo andavo a pesca con mio nonno, ma non mi sarei definito un appassionato. Quando ho avuto l’opportunità mi son buttato e ho imparato il mestiere giorno dopo giorno», racconta il giovane. La struttura è costituita da due laghi: uno per la pesca alla trota classica, l’altro per il catch&release. Divisione che racconta molto anche dell’evoluzione di questa attività, a metà fra lo sport e l’hobby. Spesso tutte e due.

«Il fattore economico è diventata una variabile importante per l’accessibilità di questo sport. L’attrezzatura è aumentata di prezzo in modo considerevole. Insomma, è diventato uno sport costoso nonostante ci siano degli appassionati che non mollano. Per loro la pesca sportiva significa pescare la trota. Soprattutto nelle stagioni più fresche se ne pescano settimanalmente diverse migliaia di kg», afferma Grispan. Ma il nostro lago offre, per la qualità delle sue acque, la possibilità di pescare la trota anche nei mesi estivi.

Qualcosa sta cambiando in questi anni nel modo di approcciarsi alla pesca, anche per motivazioni di carattere etico, soprattutto di diversi giovani che si avvicinano a questa pratica preferendo la pesca no-kill. «da noi a seconda delle stagioni si pratica il trout area (pesca a spinning con esche artificiali della trota in laghetto, con l’obbligo del rilascio del pesce, ndr). Oppure il bassfishing (tecnica effettuata con il solo uso di esche artificiali, sia rigide che in gomma, praticata per insidiare il persico trota che in inglese è chiamato black bass, ndr) e il carpfishing (cattura della carpa e di altri grossi ciprinidi, in particolar modo gli Amur, con una tecnica ideata nel 1978 che prevede il rilascio dell’esemplare, ndr). L’attività di carpfishing è stata da me molto promossa anche all’estero e oggi possiamo contare pescatori provenienti da diversi paesi europei. In questi ultimi anni ha preso piede anche lo streetfishing, nei canali delle città come possono essere la Martesana o i Navigli a Milano, equipaggiati dello stretto necessario e nulla più», spiega Grispan.

Tutte attività che rendono bene anche sui social. La pagina Facebook conta quasi 7mila follower ed è un tripudio di pescatori, grandi e piccoli, con le loro conquiste. Stessa cosa su Instagram, dove i follower sono oltre 2.500. «I social sono lo strumento di marketing migliore per la pesca sportiva. Soprattutto per attirare nuove leve: i ragazzi non mancano l’occasione di creare un contenuto e questa attività ha le giuste carte in regola», rivela Grispan.

Naturalmente dobbiamo seguire sempre l’evoluzione dei tempi e delle attese dei nostri clienti modificando, nel limite del possibile, le proposte di pesca e di offerta di servizi. Abbastanza da poter spingere qualcuno a immaginarsi una carriera in questo settore? «Di sicuro è un lavoro che ti chiede molto in termini di tempo e di studio delle nuove proposte. Si lavora 7 su 7 e si ripopola il lago di trote praticamente ogni giorno. I nostri ritmi magari diventano più frenetici nel Week-end, sperando sempre che il bel tempo ci assista in questo frangente settimanale.

Ma è un lavoro che ti prende e ti appassiona, ti piace perché vivi a contatto con la natura, all’aria aperta respirando le essenze che i numerosi alberi presenti ti offrono stagionalmente, dandoti un po’ di sollievo refrigerante nelle giornate estive come quelli che stiamo vivendo. Naturalmente tutto questo richiede una costante manutenzione dell’area e una particolare attenzione da riservare all’aggiornamento delle pagine promozionali e alle persone che ci vengono a trovare. E non di rado alcune di queste diventano amiche fedeli, riservandoci attenzioni e consigli. E gli stranieri in vacanza sono dei potenziali punti di contatto per promuovere la nostra attività anche da un punto di vista commerciale all’estero.

Rimane del tempo libero? «non molto, ma se ci si organizza bene si riesce anche a ritagliare anche del tempo per noi stessi e la famiglia», conclude il giovane.

Foto Copertina @Matteo Grispan

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