Cobice

Acipenser naccarii Bonaparte, 1836

L’Acipenser naccarii, detto anche cobice o storione dell’Adriatico, è una specie della famiglia degli Acipenseridi, migratrice facoltativa, possibilmente anadroma, anche con popolazioni che completano il ciclo vitale in acqua dolce. E’ endemica del bacino del Mare Adriatico e dei fiumi che vi si versano, principalmente del Po e dei suoi affluenti, dell’Adige, del Brenta, del Bacchiglione, del Livenza, del Piave e del Tagliamento.

Una popolazione geneticamente differenziata era presente anche lungo le coste dalmate e nel lago di Scutari. Il cobice condivideva l’areale del bacino del Po con le altre due specie di storioni una volta presenti in Italia, lo storione comune A. sturio e il beluga o ladano, l’Huso huso, entrambi localmente estinti per la pesca eccessiva, le dighe e l’inquinamento, e fra le tre era la meno considerata.

Fra le tre è stata però la più fortunata, perché grazie ad un allevatore di trote che fino dagli anni settanta ne ha mantenute alcune decine di soggetti catturati in natura, si è riusciti, alla fine degli anni ottanta, ad ottenere la riproduzione controllata, e così da allora è stato possibile effettuare ad opera di diverse entità pubbliche e private una numerosa serie di azioni di ripopolamento con soggetti selezionati geneticamente in modo da mantenere la massima biodiversità residua.

Le prime indicazioni di risultati positivi dei ripopolamenti effettuati si sono avuti già nei primi anni 2000, con le catture accidentali di soggetti di 10-15 kg ad opera di pescatori di siluri a valle della diga di Isola Serafini. Ulteriori dati positivi sono poi venuti dalle campagne di monitoraggio di uno dei progetti LIFE che hanno interessato questa specie (Life COBICE), e dal 2014, sempre ad opera dei pescatori di siluri, sono giunte numerose segnalazioni di catture accidentali di soggetti di 150-200 cm di lunghezza e 50-60 kg di peso, sia a monte che a valle degli sbarramenti di Isola serafini.

Queste catture e il ritrovamento di una femmina spiaggiata con uova, oltre alle segnalazioni di avvistamenti di soggetti di piccola taglia non compatibili con le semine effettuate, hanno portato ad un giudizio migliorativo, il solo, nella valutazione aggiornata al 2022 della Lista Rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) dove è ora considerata CR (Critically Endangered) migliore rispetto alla valutazione precedente che la considerava PEW (Possible Exctinct in the Wild).

Si può quindi dire che le azioni di ripopolamento effettuate nei 35 anni passati hanno avuto risultati positivi, anche se non sufficienti a ricostituire una popolazione in grado di autosostenersi. Riproduttori F0 ed F1 sono tuttora utilizzati per riprodurre soggetti da semina selezionati secondo un accurato breeding plan, mentre altre generazioni sono utilizzate per la produzione di caviale, che rappresenta tuttavia una nicchia nel panorama dei caviali disponibili, con circa lo 0,2% della produzione globale nel 2017, e l’1,25% di quella italiana.

Foto Copertina @Paolo Bronzi (WSCS)

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