Coltivare l’Acqua: API, una storia italiana nel tempo  

l’acquacoltura diventa un documentario d’autore

Verona – 10 ottobre 2023 – Coltivare l’Acqua: API, una storia italiana nel tempo

È stata presentata alla Barcolana 2023 di Trieste la Campagna promozionale API: “Coltivare l’Acqua: API, una storia italiana nel tempo”: il docufilm firmato dal regista pluripremiato Giuseppe Carrieri, realizzato nell’ambito del Progetto PNT2023 in collaborazione con l’Università IULM.
Lungo sentieri naturali nascosti e a volte inesplorati, attraverso la geografia sempre potente del nostro paese, il docufilm “Coltivare l’Acqua: API, una storia italiana nel tempo”, oltre a essere una testimonianza storica sull’acquacoltura, è una riflessione poetica sul senso di quello che non è solo un lavoro o una professione, ma una missione che si conserva e si sviluppa nel corso degli anni, trasmettendosi di generazione in generazione.

La trama invisibile eppure fortissima dell’acqua, sia che riguardi le immensità del mare o le vie di corsi dolci, fa emergere, attraverso il diretto susseguirsi della fatica quotidiana, lo sguardo di protagonisti del nostro presente che, all’interno di API, esprimono quell’ emozione più forte, e a volte trascurata, che racconta la vita degli allevamenti e che risponde alla sua necessità più significativa e innegabile: la cura.

Nelle parole del giovane Pietro Bettinazzi, esponente di questa nuova leva di piscicoltori, ad esempio, si ritrova il sentimento di dedizione ed evoluzione che l’acquacoltura porta con sé, rivelando quel legame quasi innato tra l’uomo e i pesci, in un corso magico del tempo che rende reciproco lo scorrere delle loro vite parallele.

Così attraverso la voce di Maurizio Grispan e Fulvio Cepollaro, si ricorda quanto in un mondo dove tutto è destinato a cambiare e corrompersi, chi fa acquacoltura professa una sorta di funzione di salvaguardia e preservazione delle specie, andando ben oltre il ruolo di “allevatore”. In questo grande itinerario la salute e la sicurezza stessa degli impianti diventano chiavi decisive per intendere lo scopo di un lavoro che non ha ragione di esistere, se non è attraversato da una passione irripetibile, come ben si mostra anche attraverso la voce di Adriano Cozzini.

Infine, c’è il segreto: il fondo delle profondità e dell’inesplorato, la magia di tutto quello che la superficie può mostrare solo fino a un certo punto. Il film ci conduce, pertanto, in un tragitto silenzioso sino alle acque del mare, dove ogni cosa, per quanto sommersa, mostra la sua forza più sorprendente. Perché l’acquacoltura non è e non sarà mai un gesto scontato, o soltanto una “pratica”. Ma è qualcosa che ti attraversa e ti segna dentro, come ancora ci raccontano Linda La Porta e Piergiorgio Stipa.

Coltivare l’Acqua: API, una storia italiana nel tempo”, diretto dal documentarista Giuseppe Carrieri, nell’ambito della collaborazione con l’Università IULM di Milano, in questa moltitudine di spazi e volti, tra mani instancabili e solchi trasparenti, diventa una sorta di affresco contemporaneo per non perdere di vista l’orizzonte segnato dall’acquacoltura, il suo scopo e, soprattutto, la sua fondamentale caratteristica di opportunità che si intreccia al paese, alla salute e alla vita di ciascuno di tutte e tutti noi.

Cultivating Water: API, an Italian history

Foto Copertina @API

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